Librerie
La libreria nasce con l’ovvio scopo di contenere libri, pertanto la sua esistenza affonda le radici in epoche remotissime. Nelle tabernae librariae dell’antica Roma (luoghi adibiti alla vendita di libri) erano presenti le prime forme di librerie definite “loculamenta, foruli, nidi, capsae”.
Uno stato embrionale della libreria, poiché questi armadi di forma parallelepipeda contenevano anche altri oggetti oltre i libri. Erano dei mobili semplici, poco ornati, dove i volumi venivano riposti l’uno sopra l’altro, con il dorso rivolto verso l’interno.
Nel medioevo i luoghi deputati alla conservazione dei libri erano i monasteri, dove gli amanuensi ricopiavano e custodivano i manoscritti più importanti dell’età classica.
I volumi venivano riposti in armadi o su tavolette a muro, in seguito vennero collocati in vetrinette e scrittoi.
Le famiglie più abbienti possedevano diversi volumi e sentivano l’esigenza di un vero e proprio mobile adatto ad ospitare le loro collezioni. Nacque così il mobile libreria, che aveva anche una funzione di status symbol.
In Francia, durante il ‘700, erano di gran moda degli armadi eleganti, non molto alti ma finemente ornati. Questi armadi dedicati alla custodia dei libri potevano essere chiusi da una vetrina o con tendine in taffetà.
Nelle biblioteche pubbliche e nei conventi invece gli armadi (adornati di intagli) avevano scaffalature aperte o al massimo venivano chiusi da reti.
In seguito, in tutta Europa si diffusero diverse forme di libreria: lo scrittoio che fungeva anche da cassettone e libreria, i trumeau e le librerie a muro.
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